mercoledì

Un ragazzo dagli occhi brillanti

I suoi capelli nero corvino ancora non avevano ben deciso che fare e fino dove arrivare, per ora erano un pò arricciati nella zazzera con uno stile un po' scompigliato alla rocker; le sue labbra erano carnose e contornate da una barba incolta; i suoi occhi luminosi e brillanti guardavano le foto appese nella mia stanza. I miei ricordi, la mia vita.
Era lì, disteso sul mio letto immerso in queste immagini a pensare a chissà cosa. Il suo sguardo era intenso e pareva carico di pensieri, ma più volte lo avevo interrogato su cosa stesse pensando, o cosa stesse guardando. Lui rispondeva nulla e io continuavo a chiedermi come fosse possibile.

Lui era Noé, il mio innamorato.

Non c'era da chiedersi troppo sul suo comportamento, sapeva essere tante volte estremamente contraddittorio: impegnato e corrucciato dai suoi pensieri, preferiva sempre non esporli e tirarli fuori, come se farlo volesse dire affrontarli e renderli una realtà; a volte pensava solo a lavorare, a guadagnare, ad accumulare, con incredibile maturità ed ammirabile impegno, altre stava immobile a far scorrere il suo tempo, come se lo stare a guardarlo fosse un modo per farlo restare immobile.
Improvvisamente mi ero ritrovata innamorata di lui. Un attimo prima eravamo a ridere e scherzare, a divertirci insieme come due compagni di scuola alle prime scorribande, a ballare fino alla mattina; un attimo dopo eravamo noi.
Eravamo noi fra gli amici, noi ad ascoltare i concerti o a berci una birra; eravamo noi ai fornelli o seduti nello stesso ristorante per delle sere di fila, in una piccola isola quasi fuori dalla nazione. Eravamo noi felici o a soffrire, negli errori, nei cambiamenti, nel crescere insieme.

Forse un giorno la vita ci avrebbe allontanato, forse un giorno lo faranno le nostre scelte o quel che saremo diventati; oppure cresceremo insieme e resteremo compatibili.

giovedì

Nessuno sa chi sono

Ma perchè nessuno sa chi sono? Che sia perchè a volte stento a saperlo anche io.
Tuttavia non credo a quello che le mie orecchie a volte son costrette a sentire, da chi crede di volermi far sentire al top ed invece non fa altro che caricarmi di pesi che non voglio, non ammetto più di avere.
Ormai ho deciso e sono irremovibile. Credo che tante volte sia estremamente difficile giungere a determinate consapevolezze, che ora non ho nessuna intenzione di stare ad ascoltare certe ingiurie.
Sono conscia di non avere in tanti frangenti il carattere migliore del mondo, so di essere spesso scontrosa ed eccessivamente permalosa. Ma so di non essere egoista, so di non essere particolarmente gelosa. So di essere molto fortunata, ma credo anche di essere estremamente riconoscente e soprattutto rispettosa delle mie possibilità; credo anche di affrontarle con umiltà, sempre.
Per questo certe parole a volte mi feriscono enormemente. Forse non sempre sono volute, ma arrivano dentro e ci restano, purtroppo.


Questo messaggio sa dove dovrebbe arrivare.
Sono grata alla bambina che ero e alla ragazza che l'educazione che ho ricevuto ha saputo creare. Tante volte mi sento fiera di me e di quel che sono. Spero di non essere l'unica.

lunedì

Danza lenta

Lesbia mi ha mandato questa semplice poesia stanotte.
Ho riflettuto sulla mia vita e sulle mie corse, troppe.

 Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
 O ascoltato il rumore della pioggia
 quando cade a terra?
 
 O seguito mai lo svolazzare
 irregolare di una farfalla?
 O osservato il sole allo
 svanire della notte?

Faresti meglio a rallentare.
 Non danzare così veloce.
 Il tempo è breve.
 La musica non durerà.
 
 Percorri ogni giorno in volo?
 Quando dici "Come stai?"
 ascolti la risposta?
 
 Quando la giornata è finita
 ti stendi sul tuo letto
 con centinaia di questioni successive
 che ti passano per la testa?
 
 Faresti meglio a rallentare.
 Non danzare così veloce
 Il tempo è breve.
 La musica non durerà.
 
 Hai mai detto a tuo figlio,
 "lo faremo domani?"
 senza notare nella fretta,
 il suo dispiacere?
 
 Mai perso il contatto,
 con una buona amicizia
 che poi finita perché
 tu non avevi mai avuto tempo
 di chiamare e dire "Ciao"?
 
 Faresti meglio a rallentare.
 Non danzare così veloce
 Il tempo è breve.
 La musica non durerà.
 
 Quando corri cosi veloce
 per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
 Quando ti preoccupi e corri tutto
 il giorno, come un regalo mai aperto . . .
 gettato via.
 La vita non è una corsa.
 Prendila piano.
 Ascolta la musica.

giovedì

Un amico ottomano


E' ottomano e principesco. Il suo nome è Fatih.
Ha la capacità di entrare nella vita di chi incontra con una trasparenza tutta di un bambino. Ti ascolta e si racconta, ma compone narrazioni che non hanno nulla di ordinario, tutto sono, tranne che consuete. Tuttavia anche a questi racconti sa dare colore come farebbe un bambino. Con semplicità e innocenza.
Lui rivela incontri rubati, passioni fugaci, amori promessi e altri non consentiti. E tu lo ascolti e cominci a conoscerlo.
Cosmopolita viaggiatore del mondo, dona se stesso incondizionatamente, ogni persona è per lui un amico, fosse anche per una sera, per un giorno o per un semplice incontro. Puoi rimanere stupito dalla gentilezza dei suoi gesti, dalla galanteria delle sue azioni. Per lui tutto ciò è scontato e naturale.

Nelle serate solitarie ascolta musica classica, in quiete e solitudine. E con acrobatiche evoluzioni compone i suoi quadri. In essi mette la sua arte, i suoi racconti la sua verità. Come Pollock lui si dimena, tira fuori se stesso e getta le sue emozioni sulla nuda tela.
Le sue composizioni sono solo per lui, per ancorarsi alla sua vita, alla sue esperienze, alla sua storia.


Le foto sono tratte dal sito di Fatih Merter.

domenica

Momenti bui

(Foto di Morgan)

Lesbia è lontana stanotte. E’ lontana da tutti, come al solito, come sempre. Ma la sua lontananza in questa triste serata non è solo fisica e chilometrica.
Seduta sul terrazzo del suo piso, fuma una sigaretta avvolta in una coperta, vista l’aria della serata particolarmente ventilata; guarda oltre la ringhiera e si sente perduta, isolata, ma soprattutto sola.
Ormai sa di non dover dar peso a queste sue repentine sensazioni che le intrappolano il cuore. Tuttavia non può fare a meno di pensare. Non ne può davvero fare a meno.
Come si fa a non pensare? C’è chi ci riesce, c’è chi sa azzerare il cervello, riempirselo di futili bugie oppure semplicemente sa seriamente lasciarsi andare, mettersi in pausa, in attesa di momenti migliori.
Ma a lei nessuno le ha insegnato farlo.
Quando entra in questi momenti la sua mente comincia a divagare senza tregua.
Ha provato a chiedersi come sia possibile sentirsi sola, con le mille persone che le stanno accanto, con i tanti abbracci che le fanno sentire il loro affetto. Eppure, questo è quanto. In questi momenti si sente come se tutti le fossero davvero distanti, come se nessuno sapesse realmente guardarle dentro, capire che è nel suo buio e tirarla fuori. Chissà poi se potrebbe veramente riuscirci.
Pur volendosi convincere di essere un amante dei momenti di solitudine, dell’essere sola con se stessa e doversi gestire i suoi spazi e i suoi tempi, purtroppo finisce sempre con l’esserne inghiottita.

Tuttavia questa non è altro che una triste notte, e il sole che riscalderà la città domani saprà certamente sistemare tutto.

Anche i suoi momenti bui.

giovedì

segnali indelebili


I segnali spesso sono più frequenti di quanto uno possa credere. Può capitare anche soltanto di azzardare un'aspettativa, un sogno, un'eventualità, che la vita comincia a proporti una serie di dettagli, di piccoli indizi che probabilmente stanno lì proprio a dirti che quella è la strada giusta.
Gli indizi che trovo sul mio cammino sembrano ormai urlarmi che se voglio posso.
Teoria che continuo a ripetermi da tempo, senza però darle la credibilità che dovrei, o senza credere di potere realmente qualunque cosa io voglia. Ma se ci rifletto un attimo le uniche cose di cui non sono pienamente soddisfatta sono quelle in cui ho agito per paura, per timore di non potere di più. In cui ho abbassato le mie aspettative.
Allora credo sia venuto il momento di mettere tutta me stessa in quello che voglio. A volte è già difficile anche soltanto sapere quel che si vuole, che vale la pena mettercisi di impegno quando si hanno le idee chiare.
Quindi se questi segnali di cui prima parlavo sono lì davanti agli occhi, è arrivato il momento di muoversi per afferrare i propri obiettivi. E' arrivato il momento di correre, di essere quel maratoneta che sa guardare avanti senza il timore della distanza, di essere quel corridore sfrenato, incurante del pericolo. Non ha senso stare di fronte alla propria vita, starla a guardare, ci sarà tempo per farla. Ora è il momento di afferrarla e darle forma.

Per questo questa sera telefonerò a Lesbia e le comunicherò che sto arrivando.