Una città ha un'altra vita, alle sette di sera, in un parco.Una giornata è rivalutabile con la luce del tramonto, all'uscita dal lavoro.
In direzione casa, sulla sua bicicletta sgarruppata.
Fuori dal loculo la giornata non è ancora finita.
In mezzo al parco c'è odore di primavera.
Subito dopo il grande prato in discesa c'è un piccolo viottolino a destra.
Sulla sinistra, ad un certo punto, comincia una salita.
Sul colle, una panchina.
Lui è lì ad aspettarla.
Una birra per lei ed una per sé.
Si siede al suo fianco, silenziosa.
Resta zitta, ancora un po'. Le piace farlo, passando in rassegna i vari pensieri.
In questi giorni nessuno le sembra all'altezza di essere raccontato.
Resta bloccata, impenetrabile, conserva la luce, che un giorno, forse, tirerà fuori.
Lui la guarda. Il suo sguardo sembra voler scoprire, sembra voler vedere dentro.
Lei si chiede cosa stia vedendo, cosa lo faccia sorridere.
Ma non chiede. Preferisce non saperlo. Restare nell'inconsapevolezza di sé, di lui, del noi.
Le parentesi insieme, le risate e i racconti, sono boccate d'aria, in un periodo in cui la sicurezza della direzione sembra più flebile.
Restano in quella parentesi di mondo ancora un po'.
Poi ognuno per la sua strada.
Indipendenti e senza impegno.
In attesa di quando, di nuovo - il piacere - tornerà a farle visita.