sabato

Mosca Bianca

La casa era improvvisamente avvolta da un silenzio anomalo. Uscendo dalla doccia mi sono resa conto che l’unica presenza rimasta era la televisione al piano di sotto, che produceva uno strano mix di programmi. Mi sono vestita e sono scesa a controllare che succedesse e chi fosse rimasto in quella casa pressoché vuota.

"Che guardi?"
" … "
Lo zapping sembrava volto ad individuare la miglior offerta televisiva per la serata. Che ardua impresa.
"Questo film è molto bello."
Il telecomando digita un altro canale.
"Questo non l’ho visto, è un film d’animazione"
Il telecomando di nuovo cambia film.

Decido di non farmi abbattere da questo episodio di mutismo casalingo - non si spiega il motivo per cui le stesse, rituali ed identiche scene, debbano stupirmi e rattristarmi ogni volta. Decido di farmi un caffè, forse l’amara bevanda saprà contrastare la mia delusione.
Spesso amo il silenzio, ci sono volte in cui sono i per prima ad esserne la principale promotrice, all’interno delle mura domestiche in primo luogo. Ma con lui il silenzio ha un sapore diverso: è vuoto, assenza, spazio da riempire, urgenza, necessità, disagio.

"Hai scelto cosa guardare?"
"…"
"Ohhhh!!!"
"Si – dice – questo"

In realtà so che si sta godendo uno splendido momento di pace. Ha la casa solo per sé e può decidere a suo piacimento come stendere i nervi, per dieci minuti, mezz’ora forse.

Se non fosse per una mosca bianca che gli ronza attorno.

martedì

La neve copre ogni cosa

Cara Clodia,

sono tornata in Patria e tu non ci sei. Sei sola a cercare di costruirti un futuro, in una città che non sei certa di volere fino in fondo.
Fuori nevica. Vengo dalla mite Barcellona e mi ritrovo in una Romagna immobile ed immobilizzata. So che puoi capirmi, ogni tuo ritorno avrà questo sapore.
Qui tutto scorre, come ci è sempre piaciuto che scorresse, come ben pensiamo quando la ricordiamo, le persone sono qui e fanno cose, con o senza di noi. Tuttavia è sempre più difficile, ritornando, trovare un proprio posto, una collocazione, un equilibrio, ormai rotto e spezzato dai cambiamenti.

La neve con un sussurro scende. Ricopre tutto, inesorabile, incurante di cosa o di come.
E tu sarai capace di coprire ogni cosa? Di sotterrare ogni delusione o aspettativa mancata, di far tornare alla luce la tua determinazione assopita e scalfita dall'attesa?
Questa tua continua mania di farti dire dagli altri come stai, come ti vedono e, se possibile, cosa credono tu debba fare; ma lo sai bene che nessuno sa vederti dentro come potresti fare tu stessa. Ad ogni modo, se è questo che vuoi, eccomi qui.
Sei triste Clodia, malinconica e insoddisfatta da oramai troppo tempo. Non sai andarti a prendere la felicità perchè forse stenti a capire cosa possa essere. La posticipi e con essa la tua vita, che tieni chiusa in una parentesi, in un non luogo in cui vivi, ti muovi e fai passare il tempo. Cerchi leggerezza, ottimismo, serenità, ma sono da trovare in ogni giorno, in ogni persona, in ogni luogo.
Sei come un'estranea, una spettatrice. Sei come quando si sta di fronte una splendida nevicata.
Sono qui, nella mia grande casa in mezzo al nulla e osservo lo splendido spettacolo che sa essere la natura. Chilometri percorsi e città esplorate, per ritornare al cospetto della natura e della sua bellezza.
Cara amica mia, smetti di contemplare e di lagnarti. Non c'è bisogno di guardare troppo avanti, a parer mio lo fai solo per non pensare all'oggi, ai doveri e per rimandare, come sei solita fare. Quello che hai costruito, le scelte, le strade che hai preso, sono frutto del tuo impegno e la risposta alle tue volontà.

Per cui, poche storie, apri la porta e ricomincia a correre!

Lesbia