martedì



Sorrido, di tanto in tanto.
Ricordo il detto e poi il non detto.
E di questo sorrido.

Penso alla gioia dei momenti
all'irrequietezza di una bambina
che ancora era istinto e azione,

Getto lacrime pesanti
e custodisco in me il loro inconfondibile sapore.

Come una naufraga, nuoto fino a riva
pronta a ricominciare.

Vivo.

lunedì


Ho bauli di splendidi ricordi in un angolo della mia stanza.
In essi momenti di vita, lunghe chiacchierate.
Passeggiate sulla battigia fino ad un punto lontano e poi ritorno.

Oggi più consapevole, ma infastidita dal perseverare dell'attesa,
l'azione latita e vorrei sentirmi risoluta.

La larva aspetta il realizzarsi della metamorfosi.
Fiduciosa e malinconica.



domenica

Caschetto

Cominciò tutto con un caschetto.

Quante volte aveva fatto quel gioco di piegarsi i capelli all’insù, come fossero corti e guardandosi allo specchio capire come poteva essere altrimenti. Poi un giorno aveva preso le forbici dal cassetto e con un taglio netto mise fine a quanto aveva in sospeso.

Così è. Si procrastina all’infinito, ci si perde in labirintiche supposizioni e contingenze.Tuttavia ad un tratto, tutto diviene chiaro. I cambiamenti ne sono la conseguenza.

A questo punto, si erano incontrati.

Il tipico bar dell’adolescenza di campagna. Dove inizia e finisce ogni serata, ogni giornata. Vecchi ai tavoli a giocare a marafone, ragazzini accodati al biliardo che fingono di saperne e bevono coca e rum, aspettando che il primo patentato li porti ad una discoteca della riviera.

Lei entra raggiante. Un tempo sarebbe stata vergognosa di sfoggiare cotanto cambiamento. I ragazzi sono al bancone a prendere il caffé e l’ammazza e si aggrega a loro. Guido la guarda, come fosse la prima volta ed è così che si conoscono, o meglio, si riconoscono.

Ecco le parole, una dopo l’altra, gli sciogli lingua i ghiaccioli di limoncello la musica gli amici le risate gli sguardi i giochi di parole le riflessioni sulla vita la terra che lega a sé lo spazio e il tempo.

E’ vero. Se doveva pensare ad un punto d’inizio era quello.

Quel caschetto.

giovedì

- Perchè, con i tuoi incantesimi infernali, mi hai strappato alla serenità della mia prima vita... Il sole e la luna brillavano per me senza artificio alcuno; mi svegliavo in placidi pensieri e all'alba piegavo le mie carte per fare le mie orazioni. Non vedevo nulla che fosse male, poiché non avevo occhi, non ascoltavo nulla che fosse male, poiché non avevo udito; ma mi vendicherò!

Discorso della mandragola
in Isabel de Egipto di Achim Von Arnim