martedì

Il torpore dei sogni

Dopo ore di discorsi sono ripartita. Ho chiuso quella porta lasciandomi alle spalle ore di silenzi, ore di puntualizzazioni e sottolineature, e - soprattuttto- il suo viso. Mi guardava coi suoi grandi e profondi occhi, ma questa volta non sorridevano.
Nervosa, probabilmente adirata. Ma non è lui il motivo della mia rabbia.
Ero furiosa con me stessa perchè incapace di spronarlo, di motivarlo. Di fargli fare un passo in una qualunque direzione.
Tante volte mi innervosiva il suo atteggiamento: la sua lentezza, il suo essere immobile di fronte alla vita, quell'essere quasi demotivato, mal si accoppia con la persona carica di interessi e di conoscenze che io vedevo in lui. Aveva insite in sè forti contraddizioni: da un lato la sua pacatezza nei movimenti, nelle azioni, nelle più semplici decisioni; d'altra parte il suo carattere irascibile e istintivo, che lasciava trasparire la sua rabbia, la sua indignazione, un modo di esprimersi forte e deciso, che io non ho mai saputo tirar fuori.
Come altre volte mi era capitato, di fronte ad una persona che amo, mi sono sentita inerme e inutile. Non ho mai saputo accettare l'impossibilità di fare qualcosa, la mia incapacità di porgere sulla sua mano una soluzione tangibile. Oltre a mille parole.

Tuttavia, probabilmente, nemmeno lui sapeva quali fossero le risposte di cui aveva bisogno.
Era solito stare lì, immobile, ad aspettare che le cose lo prendessero a sè, come se il solo provare a prenderle fosse un'ambizione troppo grande. Lui stava lì, semplicemente di fronte, ad aspettare che esse lo attraversassero, che lo pervadessero completamente.
Spinto dall'inerzia del proprio animo poteva condurre i viaggi più impensati, trasportato dalla quiete dei suoi pensieri.

Ho chiuso quella porta alle mie spalle, ma solo per oggi.
Per lasciarlo libero di sfrecciare coi capelli all'aria nel torpore dei suoi sogni.

lunedì

Un messaggio in bottiglia


Era una ragazza qualunque. Si aggirava per il mondo senza neppure la pretesa di farlo.
Anche quel giorno il suo unico intento era quello di passare attraverso a quelle terre, che l'avrebbero riportata a casa.
Come un rito che si consuma da tanto tempo, sarebbe salita su quel treno, avrebbe occupato il suo posto, avrebbe aspettato il solito avviso di ritardo.
Si sarebbe persa nei racconti del libro del momento, cullata dalle parole e dalle pagine che si susseguivano una accanto all'altra, con la segreta speranza di essere in grado un giorno di leggersi sulla carta. Dato che leggersi dentro a volte le era troppo difficile.
Come tante altre volte, accompagnata dalla colonna sonora del suo viaggio avrebbe guardato fuori dal finestrino, avrebbe immaginato le vite della gente che le stava intorno, con la consapevolezza che la sua non fosse altro che una delle tante.
E d'un tratto sarebbe caduta in un dolce sonno.

Tuttavia quel giorno, al suo risveglio, un foglietto stava sul suo tavolino.

Una bellezza strana...
incomprensibile...

non urlata, ma raccontata...

Timido, oggi più che mai.

Magari poterti riincontrare,

anche solo per felicitare i miei occhi...

Probabilmente era una semplice frase rivolta ad una ragazza qualunque, in un giorno qualsiasi, oppure era proprio ispirato a lei ed al suo modo di essere quello che era, senza tante pretese. Questo non importava perchè in quel particolare giorno, Lesbia poteva aggiungere ai gesti soliti del suo viaggio anche un tenero sorriso. Non conquistato, non lusingato, non sedotto da colui che aveva composto quel messaggio: il suo fine o il suo numero di telefono non erano importante. Era un sorriso stupito, sorpreso che qualcun altro le potesse dire qualcosa di lei, che si potesse essere accorto con un solo sguardo della sua fragilità, della sua semplicità e forse anche della sua bellezza.
Più di quanto lei se ne potesse convincere in tutti i giorni della sua vita.
Proprio in un giorno in cui si sentiva così vuota e pessimista nei confronti della sua vita.

sabato

Nei prossimi giorni dovrai mostrare di essere coraggioso. Non si tratterà di entrare in un edificio in fiamme per salvare un bambino, ma di esprimersi con decisa eleganza nelle situazioni in cui finora hai dato spesso prova di pigrizia, riservatezza o ignoranza. Per trovare questo coraggio, faresti bene a seguire il consiglio della scrittrice buddista Pema Chödrön: "L'essenza del coraggio è essere sinceri con se stessi". Cerca di mettere a nudo in modo rigoroso le bugie che ti sei raccontato finora.

L'internazionale, Rob Brezny