lunedì

You can fill my void

Le azioni riempiono i momenti, le giornate, che diventano settimane e poi mesi.
Le persone colorano gli istanti, arricchiscono i rapporti e danno un senso aggiunto all'esistenza.
Una città senza tali incontri è una città senza colori.

Cammino tra la folla, tra i tram in fila uno dietro l'altro come bisce senza coda. Ascolto una musica che scaldi il cuore, spento e avvizzito dal caos, dalla routine e dalla stanchezza delle membra. Le persone ti attraversano come se fossi un qualcosa di trasparente, insistente.
Io proseguo nella mia strada fatta di impegni presi ed ambizioni da soddisfare, imparo, cambio e produco.
"Produrre, produrre, produrre!"
Pare essere il motto della città.
"Lavorare. lavorare. lavorare!"
Quello delle persone che la abitano.
Le persone sono martellate da questi canoni, dai ritmi incessanti e caotici, tanto che decidono di chiudersi nelle loro barricate, siano esse stanze, monolocali, tuguri o prigioni, l'importante è stare chiusi nel proprio individualismo. La gente nelle città scappa, si chiude nel proprio nido, non vuole scoprirsi e mostrarsi.
Non si può essere troppo fragili o sensibili in questo mondo, non si può restare feriti da veloci frasi, dette con poca importanza, senza peso e nessun riguardo. E io mi domando come potrò sopravvivere alla mia voglia di persone, di amore, di condivisione, che malelingue definiscono tendenza a colmare il male di solitudine.
La città offre tanto. La città ha in sé le mille declinazioni in cui prendere forma, la città ha un elenco sterminato di opportunità, opzioni e alternative. Tuttavia quello che ero resta impresso in me, nel mio continuo mutare, crescere e scegliere: resto qui speranzosa che questa sete sia colmata, che il bisogno sia soddisfatto.

E ad un tratto penso a te, che sai colmare ogni mio vuoto.

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