sabato

Mosca Bianca

La casa era improvvisamente avvolta da un silenzio anomalo. Uscendo dalla doccia mi sono resa conto che l’unica presenza rimasta era la televisione al piano di sotto, che produceva uno strano mix di programmi. Mi sono vestita e sono scesa a controllare che succedesse e chi fosse rimasto in quella casa pressoché vuota.

"Che guardi?"
" … "
Lo zapping sembrava volto ad individuare la miglior offerta televisiva per la serata. Che ardua impresa.
"Questo film è molto bello."
Il telecomando digita un altro canale.
"Questo non l’ho visto, è un film d’animazione"
Il telecomando di nuovo cambia film.

Decido di non farmi abbattere da questo episodio di mutismo casalingo - non si spiega il motivo per cui le stesse, rituali ed identiche scene, debbano stupirmi e rattristarmi ogni volta. Decido di farmi un caffè, forse l’amara bevanda saprà contrastare la mia delusione.
Spesso amo il silenzio, ci sono volte in cui sono i per prima ad esserne la principale promotrice, all’interno delle mura domestiche in primo luogo. Ma con lui il silenzio ha un sapore diverso: è vuoto, assenza, spazio da riempire, urgenza, necessità, disagio.

"Hai scelto cosa guardare?"
"…"
"Ohhhh!!!"
"Si – dice – questo"

In realtà so che si sta godendo uno splendido momento di pace. Ha la casa solo per sé e può decidere a suo piacimento come stendere i nervi, per dieci minuti, mezz’ora forse.

Se non fosse per una mosca bianca che gli ronza attorno.

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