giovedì

Animale


“L’animale che mi porto dentro non mi fa vivere felice mai - si prende tutto, anche il caffè - mi rende schiavo delle mie passioni - e non si arrende mai e non sa attendere - e l’animale che mi porto dentro vuole te.”

Un sorriso aprì il viso suo viso. Anche lei portava dentro un Animale fastidioso e doveroso. Tutto taceva di giorno, il sole scaldava il suo cuore e la brezza sapeva portare via anche i più tiepido e stupido pensiero. Le sue giornate correvano ad una velocità che le piaceva cavalcare, amava non fermarsi mai a respirare. Ci sarebbe stato il tempo e il silenzio dovuto per farlo.

Era nella notte che l’animale che portava dentro pretendeva di prendere voce. Nel torpore delle lunghe notti metropolitane, l’Animale voleva far bisbocce con le genti che affollavano le strade sotto casa e si ostinavano a non spegnersi mai. Lui urlava imperterrito, in sembianze di tosse notturna, che rispondeva all’urgenza di venir fuori in un qualche modo.

Quella lontana notte osservarono la pioggia a lungo, come due voyer che più che stare in una stanza la guardano e non la vivono. Vivere non è difficile, ma bisogna imparare a farlo.

A questo l’Animale si riferiva. Voleva costringerla a trovare il coraggio di farlo, senza finzione, senza giustificazioni, ma per il semplice piacere di sentirsi in questo mondo.

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